L’olio di krill è un integratore naturale ottenuto dall’Euphausia superba, un piccolo crostaceo appartenente al plancton marino, diffuso soprattutto nei mari freddi dell’Antartide. Grazie alla sua ricchezza in acidi grassi omega-3 (EPA e DHA), fosfolipidi e astaxantina (un potente antiossidante), l’olio di krill è considerato un’alternativa all’olio di pesce con caratteristiche nutrizionali peculiari.
Per comprendere meglio cos’è e quali sono le proprietà dell’olio di krill, analizziamo i suoi principali utilizzi, i benefici documentati, le eventuali controindicazioni e la differenza con gli omega-3 tradizionali.
A cosa serve l’olio di krill
L’olio di krill è usato come fonte di omega-3 a supporto di:
- Benessere cardiovascolare – Gli acidi grassi EPA e DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca e al mantenimento di livelli normali di trigliceridi;
- Controllo del colesterolo – Diversi studi suggeriscono che possa aiutare a migliorare il profilo lipidico, favorendo un aumento del colesterolo HDL (quello cosiddetto “buono”) e una riduzione di LDL e trigliceridi;
- Supporto cognitivo – EPA e DHA sono importanti per la funzionalità cerebrale;
- Articolazioni – Grazie alle proprietà antinfiammatorie, l’olio di krill può ridurre rigidità e dolore articolare in soggetti con artrite.
In sintesi, l’olio di krill ha proprietà terapeutiche legate soprattutto all’apporto bilanciato di omega-3 in forma facilmente assimilabile.
Olio di krill: benefici e controindicazioni
I benefici dell’olio di krill più citati in letteratura sono:
- Migliore biodisponibilità degli omega-3 rispetto all’olio di pesce (sono legati a fosfolipidi, non a trigliceridi);
- Presenza di astaxantina, che protegge gli omega-3 dall’ossidazione;
- Funzione di supporto a cuore, cervello, articolazioni e metabolismo lipidico.
Tuttavia, esistono anche possibili controindicazioni al consumo di krill antartico. Fra le più comuni ricordiamo:
- Allergie ai crostacei: chi è allergico o intollerante deve assolutamente evitarlo;
- Effetto anticoagulante: come altri omega-3, il krill può aumentare il rischio di sanguinamento se associato a farmaci anticoagulanti o antiaggreganti;
- Disturbi gastrointestinali come nausea e reflusso in soggetti sensibili.
In generale, l’olio di krill è ben tollerato, ma va assunto con cautela da chi soffre di patologie croniche o assume farmaci specifici.
Quando prendere il krill antartico
Un dubbio frequente riguarda quando assumere l’olio di krill.
- Krill antartico: si consiglia di prenderlo durante i pasti, preferibilmente contenenti grassi, per migliorarne l’assorbimento.
- Frequenza: l’uso quotidiano è quello più studiato per ottenere benefici costanti su colesterolo, trigliceridi e salute cardiovascolare.
- Durata: gli effetti si osservano generalmente dopo 4–8 settimane di integrazione regolare.
Qual è la differenza tra Omega-3 e olio di krill
Molti si chiedono cos’è il krill in relazione agli omega-3 e quali differenze sostanziali ci sono fra questi due integratori.
La differenza principale tra olio di krill e omega-3 da pesce sta nella forma chimica che in essi assumono gli acidi grassi:
- Nell’olio di pesce, EPA e DHA sono legati a trigliceridi;
- Nell’olio di krill, EPA e DHA sono legati a fosfolipidi, che sembrano essere assorbiti più facilmente.
Inoltre, l’olio di krill contiene naturalmente astaxantina, assente nell’olio di pesce, che gli conferisce una maggiore stabilità ossidativa e potenziali ulteriori benefici antiossidanti.
Conclusioni
L’olio di krill è una fonte preziosa e altamente biodisponibile di omega-3 EPA e DHA, arricchita da fosfolipidi e astaxantina.
Sapere a cosa serve, i suoi benefici e controindicazioni, quando assumerlo e la differenza rispetto agli omega-3 tradizionali consente di valutarne meglio l’uso come integratore.
Per massimizzarne gli effetti è importante sceglierlo in forma pura e certificata, preferibilmente derivato da krill antartico, raccolto in maniera sostenibile.
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